In questa intervista, Donatella Adami ripercorre la sua esperienza in GDA, dagli inizi al fianco dei genitori fino alle sfide odierne. Tra controllo qualità, logistica efficiente e valorizzazione delle risorse umane, emerge il ritratto di un’azienda famigliare guidata da passione, impegno e innovazione.
Lei ricopre un ruolo chiave in GDA, occupandosi di aree strategiche come Controllo Qualità, Logistica e Risorse Umane. Ci racconti il suo percorso professionale all’interno dell’azienda e come queste responsabilità si sono evolute nel tempo.
Il mio percorso in GDA è iniziato da ragazzina insieme a mio fratello, mettendo in ordine i dentelli su vassoi che poi mia mamma brasava a mano. Da lì, l’azienda è passata dal sottoscala a una realtà sempre più articolata e ampia, con cambiamenti rapidi e profondi.
Sono cresciuta saltando dall’inchiostro degli uffici all’olio dei macchinari, sempre più numerosi e automatizzati. Una “normale” storia di capitalismo familiare, in fondo.
Altrettanto “normale” è stato per me crescere in un ambiente tipicamente maschile. Lo dico non per dar risalto alle questioni di genere, che dovrebbero lasciare il tempo che trovano quando si tratta d’affari, ma perché rapportarmi con collaboratori per la stragrande maggioranza uomini è stata e rimane un’area strategica, seppur con un’evoluzione molto più lenta se paragonata ad altre aree.
Parliamo quindi di risorse umane
Innanzitutto, vorrei sottolineare che tutti coloro che lavorano con noi ricoprono un ruolo chiave. Vedo l’azienda come un orologio a carica manuale, dove anche il più piccolo e apparentemente insignificante rotismo è essenziale per il corretto funzionamento.
L’imprenditore, o nel nostro caso la famiglia imprenditrice, è colui che assembla l’orologio e lo tiene sempre ben carico.
Riguardo alle risorse umane, l’azienda e le persone che vi lavorano sono la stessa cosa. Trovare professionalità è difficile ma non impossibile. La vera sfida è riuscire a trattenere i collaboratori in azienda con motivazioni sempre nuove, che solo talvolta coincidono con quelle meramente economiche.
Per questo, comunichiamo in modo trasparente con i nostri collaboratori, incentivando il loro feedback e il confronto, premiando il merito e la corretta iniziativa.
Credo molto anche nell’importanza di un ambiente di lavoro accogliente in tutti i sensi, e l’indirizzo in azienda è tracciato in tal senso. Rimane ancora molto da fare, ma le idee e le modalità di attuazione sono chiare. La nuova struttura produttiva darà un notevole impulso a questo indirizzo che reputo davvero “strategico”.
E per quanto riguarda le aree Qualità e Logistica?
Per quanto riguarda il controllo qualità, il peso e il ruolo delle tecnologie si è dimostrato sempre più rilevante, modificando sostanzialmente il modo di produrre e lavorare.
Prassi manuali consolidate da tempo e affidate principalmente all’esperienza, sottoposte al vaglio e al giudizio del cliente, spesso andavano in crisi. È emersa quindi la necessità di adottare nuove procedure oggettive e misurabili.
La qualità, insieme all’innovazione, è da tempo l’elemento che determina la permanenza sul mercato, specialmente in un settore maturo come il nostro. Per questo, oggi in azienda verifichiamo l’aderenza alle specifiche non solo del prodotto finito, ma anche del semilavorato al termine di ogni singolo passaggio di lavorazione.
Utilizziamo strumenti di misura sofisticati, precisi e customizzati, con l’obiettivo di eliminare l’aspetto soggettivo dalle verifiche. “L’occhio” che deriva dall’esperienza ha ancora un ruolo, ma alla fine ciò che conta sono i dati oggettivi e misurabili.
Cosa la motiva maggiormente nel suo lavoro quotidiano?
Sono molto orgogliosa di portare avanti insieme a mio fratello un progetto iniziato dai miei genitori quarant’anni fa, e la dedizione è stata e rimane tuttora importante per me.
Ma forse la spinta che davvero mi fa proseguire è la curiosità: ogni giorno mi chiedo cosa avrò imparato, chi avrò incontrato, quali problemi avrò risolto e quali no una volta che la sera sarà arrivata.
Ultimo ma non meno importante, essendo anche mamma, la voglia di creare opportunità per i miei figli e di lasciar loro ciò che trovo in condizioni sempre un po’ migliori è un altro potente stimolo, onestamente.
Quali sono le sfide più significative che affronta nella gestione della Qualità?
Si potrebbe pensare che nel mercato degli utensili sia già stato tutto inventato e che, con la produzione affidata a macchinari sempre più precisi, tutto sia facilitato.
Ma non è così: le richieste dei clienti sono sempre più stringenti, e i tempi d’attesa che si aspettano sempre più brevi. Quindi prodotti via via “migliori” vengono sottoposti a controlli sempre “migliori”.
In questo circolo apparentemente senza fine, la differenza vera la fanno ancora le persone e le motivazioni che le spingono.
La sfida vera è far interiorizzare la cultura della qualità a tutti i nostri collaboratori, in modo che i cedimenti ai compromessi dovuti a qualsivoglia motivo vadano a scomparire.
Il packaging delle lame circolari è un elemento cruciale per garantire la qualità e l’integrità dei vostri prodotti. Quali innovazioni avete introdotto in questo ambito sotto la sua guida e come hanno impattato sulla soddisfazione dei clienti?
Si potrebbe pensare, in effetti, che per degli utensili di metallo “la scatola” conti molto meno che per dei prodotti alimentari o per qualche manufatto fragile come dei bicchieri di cristallo. In realtà, anche per noi l’imballo è molto rilevante.
Le soluzioni esistono, ma la vera sfida è conciliare le esigenze di sostenibilità ambientale con quelle di integrità del prodotto.
In quanto ad innovazioni, ne cito solo un paio per non dilungarmi troppo. Nel tempo siamo arrivati all’adozione di imballaggi con una politenatura tale da soddisfare i requisiti per essere etichettati “C/PAP 81” ai sensi del D.LGS. 152/06, rendendoli completamente riciclabili come carta.
Per i nostri clienti, poter proporre un prodotto “green” anche nel “packaging” ha sicuramente il suo “appeal”.
La stessa attenzione all’ambiente è stata utilizzata nella scelta della composizione del velo protettivo applicato in fase di pulizia finale della lama, immediatamente prima del suo imballaggio: è a base di componenti a impatto ambientale zero.
Può condividere altri esempi di innovazioni introdotte per garantire la qualità dei prodotti?
Credo che perfezionare i propri processi produttivi sia il modo migliore per garantire costanza della qualità di prodotto. Ogni azienda ha i suoi segreti, ma posso farle qualche esempio, alcuni “storici”, altri di più recente attuazione, che contribuiscono a far capire l’approccio di GDA con l’innovazione.
Circa 25 anni fa, siamo stati i primi in Italia ad adottare l’affilatura in bagno d’olio, richiedendo modifiche strutturali alle macchine affilatrici. Questo ha portato a camere chiuse in cui operano le mole, con una drastica riduzione della rumorosità, un aumento dell’efficienza e precisione, e un miglioramento delle condizioni di lavoro.
La facilità di separare le limature di metallo duro dall’olio ha permesso un suo riutilizzo prolungato nel tempo, con ricadute positive sull’impatto ambientale. Siamo passati dall’utilizzo di un mare d’acqua di difficile depurazione a quello di un solo barile d’olio.
Abbiamo automatizzato la fase cruciale della raddrizzatura finale delle lame, grazie all’esperienza di mio padre, con una macchina e un software di controllo che non hanno eguali sul mercato. L’alternativa sarebbe la battitura manuale di ogni singola lama.
Stiamo procedendo alla robotizzazione di operazioni di lavorazione anacronistiche, ad alto contenuto di lavoro ed estremamente ripetitive, come la silenziatura di alcuni tipi di lame e la pulizia di alcuni loro componenti. I benefici sono evidenti sia per la qualità del prodotto che per la qualità del lavoro.
La logistica è un’area in costante evoluzione, soprattutto nel B2B dove tempistiche e affidabilità delle consegne sono fondamentali. Quali strategie avete adottato per ottimizzare i processi logistici e quali tecnologie state valutando per il futuro?
Lo sviluppo di un software proprietario e la rinnovata organizzazione interna del magazzino ci hanno permesso di ridurre drasticamente i nostri “tempi di reazione” alle richieste della clientela.
Se ricevute entro le ore 11 del mattino, tutte le richieste per articoli a magazzino riescono ad essere evase in giornata. Poche aziende, anche molto più strutturate di noi, riescono a farlo.
Per il futuro, vogliamo portare a completamento l’automatizzazione del magazzino e la movimentazione dei semilavorati da un reparto all’altro con sistemi AGV (Automated Guided Vehicles).
Ha già sottolineato in precedenza che le persone sono il motore dell’azienda. Può raccontarci qualche iniziativa particolare che ha avuto un impatto significativo sui dipendenti?
Come le ho detto, la comunicazione chiara di obiettivi e strategie ai propri collaboratori è un aspetto fondamentale per GDA.
L’azienda porta avanti politiche di incentivazione, sia in termini economici che di altri benefits, che vengono riconosciuti al raggiungimento di traguardi concordati. Questa linea mi pare stia pagando e continuerà ad essere perseguita anche nel prossimo futuro.
Il prossimo anno segnerà un momento di svolta per GDA con il trasferimento nella nuova sede. Quali opportunità di crescita e miglioramento vede per le aree di sua competenza e come state pianificando questa transizione?
Per quanto riguarda le risorse umane, la maggiore disponibilità di spazio ci consentirà di cercare anche collaboratrici oltreché collaboratori, opportunità per noi finora preclusa.
Sempre grazie ai nuovi spazi, possiamo integrare nei nostri processi produttivi dei sistemi AGV per il trasferimento automatico dei semilavorati da un reparto all’altro, aumentando efficienza e produttività a tutto beneficio dell’ambiente di lavoro.
GDA è un’azienda familiare di successo. Cosa significa per lei lavorare al fianco di suo fratello Gianluca e come si completano i vostri ruoli nella guida dell’azienda verso il futuro?
La divisione dei compiti tra me e mio fratello è venuta naturalmente: lui, più grande e più incline ai calcoli, si combina alla perfezione con me che, cresciuta al fianco di mio padre, mi trovo perfettamente a mio agio tra i vari macchinari.
Per concludere, quale messaggio vorrebbe trasmettere ai clienti di GDA riguardo il futuro dell’azienda?
Gli sforzi e l’impegno profusi da una squadra sempre più solida e sempre più ampia, assieme alla presenza costante della nostra famiglia unita, sono il segnale più concreto e tangibile per tutti i nostri partner. Per il futuro, questi sforzi e quest’impegno non potranno che crescere.